Nella pittoresca Strada dei Bianchi Dottula, nel cuore di Bari Vecchia, sorge un luogo carico di storia e spiritualità: la Chiesa di San Martino. Questo piccolo gioiello architettonico, chiuso al pubblico dagli anni ’50, sta vivendo una nuova vita grazie a un progetto di recupero e restauro che ha recentemente visto la conclusione della sua prima fase. Al centro di questo intervento c’è l’affresco raffigurante la “Madonna del Segno“, un’opera di grande rilevanza storica e artistica.
L’affresco, situato sulla parete sud della navata della chiesa, raffigura la Panaghia Platytera, o Madonna del Segno, un’immagine della Vergine orante con il bambino. Databile al secondo quarto del XV secolo, l’opera è stata ridipinta tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, conferendole un doppio valore, sia storico che artistico. Il suo recupero è stato reso possibile grazie a una convenzione di ricerca e didattica stipulata tra l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali, Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, e l’Aps Martinus di Bari, l’associazione impegnata nel recupero e rifunzionalizzazione della millenaria chiesa.
Il cantiere didattico è stato guidato dalla prof.ssa Annarosa Mangone, responsabile della formazione dei futuri Restauratori di Beni Culturali (PFP1). Le studentesse del terzo anno, Elena Carrera, Eleonora Ciani e Maddalena Lobuono, hanno lavorato sotto la supervisione del prof. Francesco Daddario e della prof.ssa Isabella Piccolo, con il supporto della dottoranda Claudia Biscotti per le indagini diagnostiche.
Dopo una prima fase dedicata ai prelievi e alle analisi di pigmenti e malte, l’equipe ha condotto studi approfonditi sulla tecnica esecutiva dell’affresco. I saggi stratigrafici hanno rivelato la presenza di quattro differenti livelli sovrapposti di intonaco, alcuni dei quali conservano ancora tracce di antiche decorazioni. Queste scoperte hanno arricchito la comprensione della storia dell’opera e della sua evoluzione nel tempo.
La fase successiva ha riguardato la messa in sicurezza dell’affresco, un intervento fondamentale per garantire la stabilità dell’opera. Le operazioni hanno coinvolto il consolidamento dei bordi perimetrali e dei punti più critici, interessati da fessurazioni e rigonfiamenti. Il lavoro dell’equipe è stato supervisionato dai funzionari tecnici dell’Alta Sorveglianza alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Bari, che hanno autorizzato il progetto e seguito ogni fase dell’intervento.
La Chiesa di San Martino, oltre a essere un sito di grande valore artistico, è anche un luogo di profonda importanza storica e archeologica per la città di Bari. Originariamente una piccola cappella privata sconsacrata, è sorta su un edificio di culto databile tra il IX e il X secolo d.C. Dopo secoli di demolizioni e ricostruzioni, la chiesa è stata restaurata nel Settecento e inglobata nel Palazzo Bianchi Dottula, dove si trova tutt’oggi. Grazie alla disponibilità della famiglia Mitolo, attuale proprietaria, e all’impegno dell’Aps Martinus, la chiesa è stata recentemente riaperta al pubblico.
L’obiettivo finale di questo ambizioso progetto è di rendere la Chiesa di San Martino un polo museale e uno spazio per eventi, un luogo dove storia, arte e comunità possano incontrarsi. Con la conclusione della prima fase del cantiere, l’equipe si prepara ora alla seconda fase di lavori, prevista per settembre, che sarà dedicata al completo recupero dell’affresco.
Dunque la “Madonna del Segno” non è solo un’opera d’arte, ma un simbolo della rinascita di un luogo che per troppo tempo è rimasto in silenzio, nascosto tra le antiche mura di Bari Vecchia.
Questo reportage non è solo un resoconto del lavoro di restauro, ma un riflesso delle emozioni e dell’energia che si respirano tra le mura della Chiesa di San Martino. Camminare in questo spazio, assistere alla meticolosa opera di recupero della “Madonna del Segno”, mi ha fatto sentire parte di qualcosa di più grande, qualcosa che va oltre la semplice documentazione. C’è una magia nel vedere giovani studentesse, armate di passione e dedizione, restituire vita a un’opera che ha attraversato secoli di storia. Dunque la “Madonna del Segno” non è solo un’opera d’arte, ma un simbolo della rinascita di un luogo che per troppo tempo è rimasto in silenzio, nascosto tra le antiche mura di Bari Vecchia.
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